L’ Istituto Chimico Enologico nasce nel 1927 per volontà del dott. Cesare Iozzi con l’obiettivo di soddisfare le crescenti esigenze del settore enologico, creare vini senza difetti e con una conservabilità maggiore.

Punto di riferimento per molti produttori come riportato dal Prof. Gino Florenzano, Ordinario nell’Università di Firenze

“…Fu verso la fine del 1949 che ebbi la ventura di conoscere personalmente il dr. Cesare Jozzi,quando venne a trovarmi nell’istituto in cui lavoravo, per scambiare con me qualche idea sui lieviti in vinificazione. In quel periodo mi occupavo attivamente dei lieviti della vinificazione toscana e forse questo mi valse la richiesta di quell’appuntamento. L’incontro fu per me salutare nel senso che ebbi modo di rendermi conto della sua ammirevole esperienza zimotecnica che lo aveva portato da autodidatta ad ottenere ceppi selezionati di Saccharomyces Cerevisiae interessanti e adatti alla vinificazione toscana sia per comportamento alla SO2 che per caratteri enologici pregevoli.
La grande richiesta di tali ceppi consenti al dr. Jozzi di svolgere un lavoro capillare di interventi zimotecnici, sempre più apprezzati perché diretti a rendere la vinificazione più razionale e meno empirica e ad elevare lo standard medio della qualità dei vini.

….Nel campo delle applicazioni zimotecniche in enologia Egli inoltre mise a punto ed applicò alla preparazione dei lieviti selezionati la liofilizzazione, formulò preparati di Sali nutritivi, associati o meno alla SO2, e coadiuvanti della fermentazione vinaria e delle rifermentazioni, largamente commerciati e rispondenti sempre ai requisiti enologici.
A questo lavoro preminente, efficientemente assicurato da un servizio di controllo e ricerche sui vini nel laboratorio di Poggibonsi, il dr. Jozzi è giunto dopo una fruttuosa routine nel campo della Chimica del vino, nella quale il suo contributo, anche se naturale conseguenza della sua spiccata preparazione professionale, ebbe riconoscimenti e soddisfazioni. Basti ricordare il metodo di dosaggio del ferro nei vini e la messa a punto di un apparecchio, che ideo e brevettò, per la determinazione degli acidi volatili nei vini.
I meriti, in breve tracciati, dell’opera svolta dal dr. Jozzi, sono però superati dalla Sua personalità e dalle alte doti umane che la caratterizzavano. Modesto e schivo, dotato della vivacità e dello spirito critico della gente toscana, Egli possedeva, in misura spiccata, un profondo e un antico senso dell’ amicizia e signorilità. La sua figura di benemerito dell’enologia toscana, anche senza i riconoscimenti ufficiali che meritava, è di uomo retto e preparato rimarrà viva nel cuore e nella mente dei vinificatori, dei familiari, collaboratori e di quanti lo conobbero.”